“Voglio imparare l’Arabo!”. Bene, da dove cominciare?
Per prima cosa ci si deve chiarire bene le idee sulla propria intenzione, perché l’Arabo non è “difficile” come recita una specie di leggenda nera, ma è senz’altro impegnativo com’è del resto lo studio di qualsiasi lingua. Meglio ancora, l’Arabo presenta aspetti impegnativi, ma anche aspetti facili, cioè più facili rispetto anche solo all’Italiano che si trova ad apprendere un non italofono…
Punto secondo, ci si deve rivolgere ad un insegnante con esperienza ed un metodo. Che significa ciò? Significa che solo dopo anni ed anni d’insegnamento si è in grado di conoscere tutte le specifiche difficoltà del discente italofono. Con tutto il rispetto, sovente “l’insegnante madrelingua” non si rende conto di questi aspetti delicati e fondamentali per una corretta comprensione dell’oggetto di studio. “Metodo” significa invece procedere in maniera logica, quindi offrendo via via i vari argomenti come se essi fossero le parti di un edificio che deve stare in piedi e durare nel tempo. Prima si pongono le fondamenta, poi il piano terra, il primo piano eccetera, e solo in un momento successivo pensiamo all’arredo.
Terza questione da considerare per “imparare l’Arabo” è rendersi subito conto che i progressi che si ottengono sono graduali e mai “poca cosa”. Con l’Arabo non si deve avere fretta, per cui si diffidi di chi promette “impara l’Arabo in tre mesi”. Di pari passo ci si deve porre obiettivi sensati: si punta alla cima della montagna, ma anche il raggiungimento del primo rifugio è importante.
Quarto: seguire le indicazioni dell’insegnante al quale ci si è affidati, sia per quanto riguarda il tipo di studio e di ripasso, sia per ciò che concerne contenuti e tempistica. Il rapporto tra docente e discente è importantissimo in questa materia, per cui è necessario che s’instauri un rapporto di fiducia, affidandosi a chi ha già svolto questo percorso conoscendone ogni tappa. D’altra parte è così anche per chi intende eccellere in un’arte o in uno sport. Ad un certo punto, non è escluso che l’allievo diventi più bravo del maestro, e questo, se proprio vogliamo parlare sinceramente, sarà da ascrivere tra i principali successi del maestro stesso. Il quale, se è veramente tale, non riterrà per se stesso nulla di quel che sa perché il sapere è libero per sua natura.
