Citazione tratta da: Titus Burckhardt, Considerazioni sulla conoscenza sacra, (trad. it.) SE, Milano 1989, pp. 41-42.
Molto significativo è il ruolo dominante della scrittura decorativa; essa ci consente di riassumere gli elementi e i diversi punti di vista di cui abbiamo parlato. La modulazione corretta della scrittura deriva dalla calligrafia, scienza che fissa la forma e i rapporti reciproci delle lettere e delle sillabe, e la cui legge artistica è ritmo puro – un ritmo che si evolve con una libertà che nessun’altra scrittura tollera. Alla scrittura si mescola, non senza intenzione simbolica, l’ornamento vegetale: viticci si sviluppano in filamenti ondulati dietro i tratti verticali delle più antiche iscrizioni delle regioni orientali dell’Islam, altrove le lettere stesse si trasformano in arabeschi vegetali; nell’uno e nell’altro caso vi è un riferimento alla connessione simbolica, attestata da diverse tradizioni, fra il Libro sacro e l’Albero del mondo. Inoltre, secondo l’ottica islamica, l’importanza della scrittura è legata al fatto che la parola è il veicolo più diretto dello Spirito [16]. Già l’arabo preislamico attribuiva il più grande valore alla parola e al linguaggio; e la dottrina islamica vede nella Parola coranica l’espressione stessa dello Spirito di Dio (Kalimatu Llâh), e ne venera la forma scritta come il corpo stesso del Verbo [17].
NOTE
[16] Le diverse correnti della teologia musulmana trovano la propria espressione negli stili della scrittura.
[17] Le dispute sulla natura creata o increata del Corano corrispondono esattamente alle discussioni dogmatiche sulle due nature del Cristo.