Negli ultimi vent’anni, ed in particolare negli ultimi dieci, l’editoria italiana dedicata all’insegnamento dell’Arabo ha sfornato una mole considerevole di testi.
Ciascuno ha le sue peculiarità, nel senso che si presta ad un determinato approccio piuttosto che ad un altro. Tuttavia, a nostro modo di vedere, alcuni testi sono onestamente più adatti per un principiante assoluto rispetto ad altri, ed è per questo che li consigliamo.
In primo luogo, la nostra preferenza va a quelli che optano per testi “vocalizzati”. Come il lettore di queste note probabilmente saprà, l’Arabo riporta in scrittura solo le consonanti e le vocali lunghe, ma non le vocali brevi, le quali consistono in segnetti che si appongono sopra o sotto le lettere delle parole. Ma la capacità di leggere fluentemente un testo senza vocalizzazione breve si apprende solo col tempo, dopo aver arricchito il vocabolario personale e, specialmente per quanto concerne gli studenti non arabofoni, essersi impadroniti del sistema radice-forma che caratterizza le parole dell’Arabo.
I bambini stessi delle scuole dei vari Paesi arabi, che pure sin dai loro primi giorni di vita apprendono tutto un vocabolario di base e perciò arrivano in prima elementare con un loro lessico più o meno ricco, a scuola apprendono a leggere e a scrivere sul vocalizzato. Per poi abbandonarlo mano a mano che procederanno negli studi. Pertanto a noi risulta un tantino azzardato proporre allo studente italiano testi non vocalizzati col pretesto che tanto, prima o poi, dovrà imparare a leggerli.
Con questo non intendiamo dire che quei testi pubblicati in Italia e che propongono il non vocalizzato non siano degni d’esser utilizzati. Anzi, alcuni di essi sono davvero ottimi, ma a parer nostro sono utilizzabili con profitto solo dopo un apprendimento di base che passa dal vocalizzato, mentre, di pari passo, lo studente – per il quale praticamente ogni parola è una novità – s’impratichisce col sistema radice-forma che costituisce una delle colonne portanti della lingua araba.